Caproni Ca.310 I-LUAL
di Paolo Colombo
DESCRIZIONE TECNICA
Velivolo da ricognizione, monoplano ad ala bassa a sbalzo, bimotore, triposto a struttura mista,
Fusoliera divisa in due parti collegate da attacchi a spinotto: l’anteriore in profilati di lamiera di acciaio saldati con rivestimento in lamiere di lega leggera; la centrale e posteriore costituita da tubi di acciaio al cromo-molibdeno saldati con rivestimento in tela verniciata.
Ala con struttura bilongherone in legno con armature metalliche e rivestimento in compensato telato e verniciato; alettoni in legno con armature metalliche e rivestimento in tela; ipersostentatori ventrali in legno e rivestimento in tela.
Carrello retrattile per rotazione verso il retro a scomparsa parziale nelle gondole dei motori.
Ruotino di coda orientabile, non retrattile.
Piani di coda a sbalzo con struttura in legno con armature metalliche e rivestimento in compensato, tranne le superfici mobili rivestite in tela.
Cabina di pilotaggio con posti affiancati e postazione per l’armiere-radiotelegrafista.
Strumentazione del posto di pilotaggio: bussola di grande navigazione, orizzonte giroscopico direzionale, ripetitore radio (in caso di installazione di radiogoniometro), indicatore di sbandamento a pallina, 2 anemometri, 2 altimetri: da 1000 e 8000 m, 2 variometri, indicatore di virata, indicatore posizione freno aerodinamico, orologio, indicatore depressore strumenti giroscopici; 2 indicatori passo elica, 2 contagiri motore, 2 manometri compressore, 2 manometri olio, 2 manometri benzina, 1 indicatore termoelettrico per la temperatura delle teste dei cilindri, 2 interruttori comando eliche, 2 tele-termometri olio, segnalatore elettrico posizione carrello, 2 avvisatori d’incendio, manometro aerofreno, manometro aria compressa, 2 manometri pressione impianto idraulico, segnalatore acustico d’allarme per il carrello.
Cruscotto puntatore: altimetro da 6000 m, orologio.
Cruscotto motorista: manometro pressione aria avviamento, magnetino avviamento, deviatore, 2 iniettori benzina.
Predisposizioni per l’istallazione di macchina fotografica «O.M.I.» A.G.R.90 o A.G.R.61 e di apparato radio A 350 I.
Due serbatoi alari dalla capacità complessiva di 940 l posti tra le fiancate della fusoliera ed i castelli motori, possibilità di istallazione nel vano bombe di due serbatoi ausiliari della capacità di 150 l ciascuno.
Motori con eliche bipala a passo variabile in volo.
Tre mitragliatrici da 7,7 mm con 500 colpi per arma: due fisse in caccia alle radici delle semi-ali con tiro al di fuori del disco dell’ elica, una in torretta dorsale.
Vano bombe in fusoliera per un carico massimo di 320 kg (4 da 100 kg, 6 da 50 kg o 10 da 20 kg, o spezzoniera).
STORIA AEREO
Nella primavera del 1937 il prototipo è esaminato dalla Commissione aeronautica peruviana già citata per il Caproni Ca.135. Inizia così una lunga serie di presentazioni a Missioni estere ed in Saloni Aeronautici: nel successivo mese di luglio il velivolo viene esaminato nelle capitali ungherese, greca e jugoslava e successivamente in Norvegia novembre 1938, e Belgio, dicembre 1938 / gennaio 1939.
Un importante incontro con il pubblico avviene nell’ottobre 1937 con il 2° Salone Aeronautico Internazionale di Milano e presso l’Esposizione Aeronautica Internazionale svoltasi a Belgrado dal 28 maggio al 14 giugno 1938.
Una ulteriore realizzazione aeronautica dell’ingegner Pallavicino
L’impiego di unità motrici radiali con potenza più che raddoppiata e l’adozione del carrello retrattile sono elementi caratterizzanti, rispetto al precedente Ca. 309 «Ghibli», il Ca.310 «Libeccio» ulteriore sviluppo nella serie di bimotori leggeri dovuti a Cesare Pallavicino.
Il velivolo è studiato per differenti tipi d’impiego sia civili che militari: apparecchio da allenamento per personale destinato al pilotaggio dei plurimotori da bombardamento, bombardiere leggero, vettore per servizi civili a breve raggio
Raid e competizioni del « Libeccio »
Il nuovo aereo ha occasione di ben figurare in competizioni aeronautiche e voli su grandi distanze a carattere sportivo, nelle quali equipaggi militari su esemplari con provvisoria immatricolazione civile si affermano brillantemente.
La prima impresa è quella compiuta da Maner Lualdi a bordo del Ca.310 I-LUAL che, tra l’8 e il 12 gennaio 1938 compie un raid da Torino a Rawalpindi (Impero Indiano, attuale Pakistan), attraverso le remote regioni dell’Asia centrale, coprendo un percorso di ben 23.000 km. In particolare il volo di ritorno viene compiuto in 33 ore fino a Rodi e in 54 ore fino a Roma, malgrado le avverse condizioni atmosferiche. Lualdi prende spunto dall’impresa per pubblicare una serie di interessanti corrispondenze giornalistiche.
tratto da : http://www.alieuomini.it/AJAX/catalogo/dettaglio2_catalogo/55/