Paracadutista tedesco

Paracadutista tedesco, 4° Fallschirmjäger Division

Sbarco di Anzio, Marzo 1944

 dipinto da Simone Lombardo

I paracadutisti (fallschirmjäger) tedeschi, soprannominati a ragione dagli inglesi “diavoli verdi”, costituirono la punta di diamante dell’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale. A seguito del disastroso lancio su Creta nel 1941, non vennero quasi più impiegati nella loro funzione originaria di truppe da lancio: ma piuttosto come soldati d’elite al fianco delle truppe regolari, venendo spostati su tutti i teatri di guerra. Addestrati duramente, con una tenacia in combattimento straordinaria, gli unici ad essere sempre riforniti di munizioni, carburante e materiale di prim’ordine anche quando scarseggiavano nell’intera Germania, furono riconosciuti da tutti tra i migliori soldati dell’intero conflitto.

Durante i 4 mesi che succedettero lo sbarco alleato ad Anzio, nei pressi di Roma, furono loro a sopportare gran parte del peso della battaglia. La 4° divisione fu impegnata nei continui, costosi contrattacchi alla testa di ponte americana; finchè, logorata, dovette ritirarsi come tutte le altre forze tedesche al comando del generale von Mackensen.

La via per Roma era stata aperta.

Pezzo e montaggio

Il figurino è un modello in resina 1/16 della Twisting Toyz, donatomi dal rappresentante della ditta in occasione della mostra Monza Models nel 2010. Dopo essere rimasto a languire per qualche tempo nel mio armadio, ho deciso finalmente di cominciarlo nel 2011. Ero molto curioso di questa scala, non avendo mai dipinto nulla di maggiore della scala 1/35.
L’esecuzione è proceduta a rilento, nel corso di tre anni, sovrapponendosi ad altri modelli… Si nota infatti il cambiamento della mano e delle tecniche in corso d’opera!
Tornando al paracadutista, è un buon pezzo, le cui poche bolle sono state chiuse con alcuni interventi di stucco. Imbraccia un fucile mitragliatore FG42, un tipo particolarissimo di arma d’assalto in dotazione solo ai paracadutisti. Dopo un breve incollaggio, eccolo pronto per essere dipinto.

Colorazione

Dopo aver steso ad aerografo una mano uniforme di giallo sabbia scuro uniforme su tutto il pezzo (per evidenziare eventuali impurità o errori), ho cominciato a dipingere i pantaloni col grigio-verde tipico delle uniformi tedesche, mentre il cappotto ha ricevuto una prima mano di sabbia molto chiaro.

Ho deciso di riprodurre qui la squadrata mimetica zeltbahn, tipica delle uniformi tedesche dal 1943 in poi. La realizzazione è stata lunga e laboriosa, tutt’altro che immediata. Basandomi su varie foto dell’epoca per la forma delle macchie, ho cominciato dipingendo alcune spigolose forme marroni, per poi fare lo stesso con altre macchie verdi. Lavorando, mi sono accorto che il gioco sta tutto nel mantenere un equilibrio tra i tre colori, evitando il più possibile di lavorare di fantasia, ma basandosi tanto su foto e tavole. Lascio giudicare ad altri il risultato.

Successivamente ho ombreggiato separatamente i tre colori (sabbia più scuro sulle parti color sabbia, marrone scuro sui marroni, ecc..), adottando lo stesso procedimento al contrario per le luci, nelle pieghe in rilievo.

Con un pennello 0000 sono stati realizzati i gruppi di lineette verticali della mimetica, in marrone scurissimo, e scurite le cuciture con un marrone ad olio molto diluito.

Dipinti anche il resto degli accessori (giberne, bandoliere per le munizioni, cintura, borraccia, gavetta), sono state date diverse ombreggiature ad olio, finalmente per amalgamare i tre colori della mimetica, facendoli diventare un tutt’uno ed evitando contrasti troppo netti.

Le buffetterie sono state tutte ombreggiate, sfumate, invecchiate e scrostate singolarmente (in maniera molto pesante la gavetta), così come le scarpe e l’elmetto (dipinto in grigio scuro e poi passato al di sopra con un giallo molto sconnesso. A colore quasi asciutto ho quindi sfregato con un dito, togliendo pezzi casuali: crea un effetto molto bello.)

Il fucile FG42, dopo una prima passata di nero, ha ricevuto un drybrush di metallo brunito: non sono convinto appieno del risultato, ma per ora può bastare!

Il viso, più croce che delizia, è stata l’ultima cosa ad essere dipinta, completamente con colori ad olio. Partendo da un carnicino medio, ho scurito progressivamente le fossette e l’incavo degli occhi, accentuando i lineamenti. Poi sono state eseguite le luci, con un misto di ocra, carnicino e bianco, sempre più chiaro man mano che ci si avvicina ai punti di maggior luce sulle guance, sul naso, sopra le sopracciglia e sul mento. Infine gli occhi, poco più che due puntine di bianco con delle piccolissime pupille nere.

Basetta

Sono convinto che per valorizzare un modello non servano architetture stratosferiche nelle ambientazioni, ma bastino pochi particolari ben curati. La basetta è stata realizzata molto semplicemente, con della sabbia, sassolini e colla vinilica, dipinta poi successivamente con vari toni terrosi. Ha ricevuto svariati lavaggi con colori scuri molto diluiti, e diverse sfumature. Il muretto e le poche macerie sono state fatte con dei mattoncini spezzettati, anch’essi pesantemente invecchiati con lavaggi ad acrilico. Come ultimo tocco finale sono stati aggiunti alcuni ciuffetti d’erba dipinti con un verde ingiallito, del colore ancora smorto che prende l’erba tra inverno e primavera.

Ah, senza dimenticarsi di sporcare le scarpe ed i pantaloni dello stesso colore della terra!